FAQ Impianti elettrici
È una dichiarazione rilasciata obbligatoriamente dall’impiantista al proprietario committente, (e spedita in copia dall’impiantista alla Camera di Commercio presso cui è iscritto) in cui si descrivono i lavori eseguiti ed in cui l’impiantista dichiara che questi sono stati fatti secondo la regola dell’arte.
No. L’interruttore differenziale (anche quello ad altissima sensibilità -da 10mA- che si installa a protezione dei bagni) non garantisce la sicurezza assoluta contro la folgorazione, pur se rappresenta comunque una soluzione economica ed efficace per ridurne drasticamente il rischio. Infatti, il tempo di scatto del dispositivo è sufficientemente lungo da consentire il passaggio nel corpo umano di dosi di corrente (intensità x durata) che in situazioni particolari possono anche essere mortali.
Se un impianto elettrico è realizzato secondo la regola dell’arte, cioè se è munito sia dell’interruttore differenziale che dell’impianto di terra coordinato, ed ha le componenti impiantistiche e gli apparecchi utilizzatori in buono stato di manutenzione, il rischio elettrico si riduce ai minimi livelli economicamente e ragionevolmente raggiungibili, ma non si annulla.
In particolare, non si elimina il pericolo nel caso di contatto deliberato con parti in tensione (ad esempio, se si rimuovono gli involucri o le protezioni senza staccare la corrente).
Si intende punto di alimentazione di una o più prese all’interno della stessa scatola.
Si intende un punto di alimentazione di un apparecchio di illuminazione fisso completo dei suoi apparecchi di comando.
È un insieme di dispositivi e delle loro connessioni che realizzano una determinata funzione utilizzando uno o più supporti di comunicazione comune a tutti i dispositivi e attuando la comunicazione dei dati tra gli stessi secondo un protocollo di comunicazione prestabilito.
Sì, ma non concorrono al raggiungimento delle 4 funzioni richieste per il livello 3.
Nel caso di rifacimenti di impianti esistenti in unità immobiliari facenti parte di un condominio, le prescrizioni relative a impianti videocitofonico/citofonico non si applicano per il raggiungimento dei livelli 1,2 e 3 se incompatibili con l’impianto condominiale esistente.
L’impianto di terra è un mezzo fondamentale per disperdere correnti elettriche nel terreno e per proteggere, unitamente ai dispositivi d’interruzione automatica del circuito (SALVAVITA/MAGNETOTERMICO), le persone dal pericolo di elettroconduzione. L’impianto di terra, rappresenta una delle soluzioni più utilizzate per raggiungere il miglior livello di sicurezza. Il nostro corpo è un discreto conduttore di elettricità, ciò significa che non si oppone al passaggio della corrente, che può causare, al nostro organismo, effetti dannosi: ustioni, paralisi e allo stato più grave la morte.
Per evitare tali incidenti basta osservare alcune precauzioni, come la realizzazione dell’impianto di terra, cioè la connessione al terreno (suolo) di tutte le masse metalliche siano esse involucri di elettrodomestici, scaldabagno, lavatrice, forno elettrico, e qualunque massa metallica che per difetto d’isolamento potrebbe andare in tensione. L’impianto di terra è costituito da conduttori di colore GIALLO-VERDE (naturalmente di sezione adeguata alle esigenze impiantistiche) e uno o più dispersori (in base al valore ohm metrico che si deve ottenere) conficcati nel terreno.
La funzione di questo impianto (parallelo a quello della rete elettrica), è facile da capire: se, per qualsiasi motivo, si dovesse verificare un contatto tra la rete elettrica e l’involucro metallico dell’utilizzatore domestico, la corrente troverà nel conduttore GIALLO-VERDE la via più facile da seguire e si disperderà verso terra senza causare danno alle persone.
Con il nome di SALVAVITA viene comunemente chiamato l’interruttore posizionato a valle del contatore elettrico che permette di interrompere l’erogazione di energia elettrica nel caso in cui si verifichi un sovraccarico, un corto circuito o altri fenomeni pericolosi.
Il SALVAVITA è un interruttore con relè differenziale che controlla le correnti di DISPERSIONE ovvero in conseguenza di un guasto nell’isolamento dell’impianto, dell’elettrodomestico o nel caso in cui veniamo a contatto con un cavo in tensione, (un bambino che inserisce un chiodo in una presa di corrente), il salvavita: sentendo una differenza di potenziale tra le due correnti (di uscita e di ritorno) scatta in un lasso di tempo molto breve, togliendo tensione all’impianto. Solitamente il Salvavita viene associato ad un interruttore magnetotermico.
L’interruttore MAGNETOTERMICO, serve invece a proteggere l’impianto dai corti circuiti e dai sovraccarichi. Si può così riassumere che:
- Il SALVAVITA protegge dalla DISPERSIONE perché in esso la corrente che ritorna deve essere uguale a quella che esce, quindi la corrente che si disperde o in una parte conduttrice non facente parte del circuito (l’involucro di un elettrodomestico) o nel nostro corpo, lo fa intervenire togliendo tensione all’impianto.
- L’interruttore MAGNETOTERMICO protegge dal CORTO CIRCUITO ossia nel caso di guasto dell’impianto, quando vengono a contatto i conduttori dove passa la corrente e dal SOVRACCARICO, quando il consumo di energia è elevato rispetto alla taratura dello stesso magnetotermico.Queste apparecchiature dovrebbero essere installate subito a valle di ogni contatore elettrico, evitando eventuali disagi e prevenendo così ulteriori danni alle persone. L’uso di queste apparecchiature è sancito dalla legge 37/08 concernente la sicurezza degli impianti elettrici.
Le nuove tecnologie, affiancate alle legislazioni, hanno portato sugli impianti un grado di sicurezza molto elevato, tanto da spingere il legislatore ad emanare una nuova legge riguardante la sicurezza degli impianti. La legge 37/08 prescrive che gli impianti elettrici devono essere dotati di: impianto di terra, di interruttori magnetotermici differenziali e comunque devono essere installati in osservanza alle vigenti normative CEI UNI . Sulla base di queste normative la legge impone ai professionisti la modalità di eseguire tutti gli impianti su criteri d’installazione comune.
Devono far eseguire la verifica dell’impianto tutti i datori di lavoro che abbiano soci lavoratori, dipendenti, stagisti ed apprendisti, allievi di scuole. Ai fini della sicurezza dei lavoratori, sono assimilati ai dipendenti anche i soci lavoratori delle società di persone o cooperative, gli stagisti, gli apprendisti e persino gli allievi di scuole che utilizzano macchine utensili e attrezzature in genere.
È bene tenere a portata di mano tutta la documentazione relativa all’impianto elettrico: verbali precedenti, dichiarazione di conformità dell’ impianto (46/90) redatta dall’installatore, progetto dell’ impianto (ove previsto), ecc.
La domotica si occupa dell’automazione dei dispositivi elettronici e meccanici degli ambienti domestici: dall’illuminazione al riscaldamento, a quelli di videosorveglianza e di videocitofonia. Ha come obiettivo semplificare alcune incombenze domestiche, garantire maggiore sicurezza alle persone e produrre risparmio energetico, attraverso l’ausilio di un sistema elettronico progettato ad hoc.
Grazie ai moderni impianti elettrici è possibile ottimizzare l’impiego di energia elettrica, acqua, gas, evitando gli sprechi. Inoltre, la tecnologia della domotica consente di svolgere da un solo punto numerose faccende, come accendere e spegnere le luci, regolare il riscaldamento, chiudere porte. Gli impianti domotici creano reti di relazioni fra i dispositivi domestici. È in virtù di questa integrazione che con un telecomando o la pressione di un tasto si possono gestire e controllare tante funzioni contemporaneamente.
Gli impianti tradizionali sono rigidi, i moderni impianti elettrici sono flessibili e permettono di creare una rete di relazioni fra molti dispositivi domestici e questo aiuta a semplificare il quotidiano e a ridurre drasticamente gli sprechi, sia in termini di risorse finanziarie e naturali che di tempo.
La domotica si diversifica dagli impianti tradizionali grazie alla grande capacità di integrare i dispositivi domestici, mettendoli in comunicazione, sfruttandoli appieno, combinandoli in modo efficiente.
Certamente. La possibilità di godere dei benefici della domotica non dipende dalla grandezza dell’abitazione. Ci sono molti pregiudizi riguardo i moderni impianti elettrici, uno di questi è che la domotica funzioni solo per ville e casa lussuose, ma non è così. I benefici della domotica sono alla portata di molti.
Ai sensi dell’art. 5, comma 1, del Decreto 37/08 il progetto, obbligatorio per le attività di installazione, trasformazione e ampliamento di tutti gli impianti di cui all’art. 1 comma 2 lett. a), b), c), d), e), g), è redatto:
- da un professionista iscritto all’albo secondo la specifica competenza tecnica richiesta, per gli impianti “sopra soglia”;
- dal responsabile tecnico dell’impresa installatrice, per gli impianti “sotto soglia”. In questi casi il progetto consiste nello schema dell’impianto realizzato.
Nel caso in cui la dichiarazione di conformità non sia stata prodotta o non sia più reperibile, tale atto può essere sostituito (art. 7 comma 6, del decreto 37/08), per gli impianti eseguiti prima del 27 marzo 2008, da una dichiarazione di rispondenza (DIRI), resa:
- da un professionista iscritto all’albo per le specifiche competenze tecniche richieste, che ha esercitato la professione, per almeno 5 anni, nel settore impiantistico a cui si riferisce la dichiarazione, sotto personale responsabilità, in esito a sopralluogo ed accertamenti;
- da un soggetto che ricopre, da almeno 5 anni, il ruolo di responsabile tecnico di un’impresa abilitata operante nel settore impiantistico a cui si riferisce la dichiarazione, per gli impianti “sotto soglia”.
Ai sensi dell’art. 10, comma 1, del DM 37/08 l’attività di manutenzione ordinaria non comporta la redazione del progetto ne’ il rilascio dell’attestazione di collaudo, ne’ l’osservanza dell’obbligo per il committente di affidare i lavori ad imprese abilitate. Il DM 37/08 ripropone quindi la stessa disposizione che era già contenuta nella precedente L. 46/90 (art. 12, comma 1). Tuttavia la nuova definizione di manutenzione ordinaria del DM 37/08 (art. 2, comma 1, lett. d), rispetto alla precedente del DPR 447/91(art. 8, comma 2), lascia spazio ad una maggiore discrezionalità tra manutenzione ordinaria e straordinaria.
La nuova definizione di manutenzione ordinaria comprende infatti “gli interventi finalizzati a contenere il degrado normale d’uso, nonché a far fronte ad eventi accidentali che comportano la necessità di primi interventi, che comunque non modificano la struttura dell’impianto su cui si interviene o la sua destinazione d’uso secondo le prescrizioni previste dalla normativa tecnica vigente e dal libretto di uso e manutenzione del costruttore”. Stante quanto sopra l’impresa installatrice, attraverso il rilascio delle istruzioni per l’uso e la manutenzione, potrà evidenziare gli interventi manutentivi che richiedono l’affidamento ad imprese abilitate indicando, se è il caso, anche la periodicità degli stessi.